Le buste a sorpresa esistono ancora? La risposta è si: si tratta di una frangia del mercato dei giocattoli che ancora attira qualche genitore. Sono iconiche come lo erano negli anni ’80 e ’90? No purtroppo.
Ritorno nel passato con le buste a sorpresa
Ed è un dispiacere questo che coinvolge anche il lato “educativo“. Per coloro che ora sono genitori nella maggior parte dei casi, queste buste di plastica contenenti giocattoli di diverso tipo erano il premio che si riceveva se si studiava o se ci si comportava bene. Ed era una soluzione a basso costo per i nostri genitori che con relativamente poco si assicuravano pomeriggi di calma e serenità. Nonché dei figli felici.
All’interno delle buste a sorpresa non si trovavano dei giocattoli di marca, ma delle ottime imitazioni. Ovvero si trovavano robot, macchinine, bambole, costruzioni: a seconda del produttore davvero con poche lire ci sia assicurava un divertimento giornaliero importante. E che dire dell’attesa nello scartare di scoprire con cosa si sarebbe potuto giocare? Una delle sensazioni più belle per i bambini di quegli anni.
Questo non toglie che magari si desiderava la Barbie o qualsiasi dispositivo più importante. Ma quel che si ottenere con le buste a sorpresa era pura e semplice felicità. I tempi però cambiano e in qualche modo anche l’approccio del potenziale cliente.
I genitori di oggi, spesso gli stessi che le buste a sorpresa le amavano tanto, ora preferiscono accontentare i desideri elettronici dei figli, anche se l’età non lo consiglierebbe. Quindi magari via libera a console costose, ma non a buste a sorpresa come quelle di un tempo.
Collezionabili quasi un’alternativa
Ciò che si avvicina di più alle stesse e che erano presenti anche negli anni ’90 sono quelle piccole buste che danno modo di collezionare specifici pupazzetti legati ad altrettanto specifiche linee. Una volta avevamo i Paciocchini, ora hanno principalmente tutto ciò che la Sbabam e la Abracadabra Junior sono in grado di proporre. Legend of Animals, Baby Pets e Dominator, o ancora i Plush e i Pop it.
In questo caso si parla ancora di giocattoli in grado di stimolare la fantasia dei più piccoli. Oggetti capaci di incantare e dare vita a meravigliose avventure. Ma è inutile fare finta di niente: molto difficilmente si raggiunge quello stato di stupore e divertimento che le buste a sorpresa assicuravano. E soprattutto, anche per i collezionabili, i costi sono decisamente più alti.
E non è solo colpa dell’inflazione, ma proprio di un approccio diverso al gioco.