A noi italiani, abituati spesso ad acquistare giocattoli cinesi per questioni economiche, la notizia fa un po’ sorridere, mentre in Cina la reazione non è stata esattamente la stessa. L’annuncio che il settore dei giocattoli subirà presto numerosi aumenti ha scatenato l’ira di milioni di genitori che si sono detti assolutamente contrariati nel dover spendere più denaro per acquistare i giocattoli preferiti dai loro bimbi, una scelta che ha fatto molto discutere ma che difficilmente verrà presa in considerazione dagli addetti ai lavori.
L’esportazione di giocattoli cinesi ha però visto un importante aumento in tutto il mondo collezionando cifre da capogiro e facendo salire le percentuali di vendita a oltre il 17% rispetto all’anno passato. Le aziende cinesi che producono giocattoli smentiscono però che siano gli ottimi affari ad aver portato a questa scelta e denunciano l’elevato costo di produzione, la manodopera, la valuta nel commercio di export e l’uso dei macchinari, una speigazione che non ha convinto le associazioni dei consumatori.
In barba a tutte le proteste dei genitori sono già molte le case di produzione che hanno annunciato di voler partecipare all’aumento selvaggio dei prezzi di vendita e purtroppo siamo spiacenti di comunicarvi che le aziende sono ben note anche ai consumatori italiani. Tra i marchi più famosi si leggono infatti i nomi di Mattel e Hasbro, due dei marchi di giocattoli più famosi nel nostro paese e che già ora non vantano certo prezzi di vendita low cost. Anche da parte loro dunque la risposta all’ultima proposta è stata assolutamente affermativa, una scelta dovuta considerando l’aumento del petrolio e delle materie prime utilizzate nella produzione dei giocattoli, un aumento che si somma a quello richiesto dai lavoratori delle aziende che, colpiti dalla crisi e in gravi condizioni, hanno richiesto ai piani alti un aumento di stipendi. Si preannuncia un Natale molto salato!
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