E’ decaduto in Germania, dopo 20 anni di censura totale, il divieto di riprodurre simboli nazisti o Hitler all’interno di un videogioco: l’ente tedesco di autoregolamentazione del software di intrattenimento (USK) ha deciso di agire in maniera più soft per quanto riguarda questa specifica iconografia.
E’ importante comprendere, in un contesto nel quale spesso si ha paura che videogiochi violenti rendano violenti i più giovani, quale si pensava potesse essere l’effetto della presenza di svastiche, croci uncinate e simili simboli. Una decisione che aveva visto, come vittima più illustre nel campo dei videogiochi la saga di Wolfenstein che nel suo ultimo capitolo aveva dovuto rimuovere i baffi dalla faccia di Hitler, chiamarlo “Heiler” e rimuovere ogni simbolo relativo al nazismo sostituendoli con loghi generici.
Questo ammorbidimento, che rimane comunque accompagnato dalla più ferma condanna nei confronti del nazismo, rappresenta un vero e proprio punto di svolta dal punto di vista commerciale e formale per gli sviluppatori di videogiochi. Commenta Felix Falk, Managing Director di GAME, la German Games Industry Association parlando con Gamesindustry:
Questa decisione rappresenta un importante passo in avanti per i videogiochi in Germania. È da molto tempo che ci impegniamo perché i videogiochi possano avere un ruolo paritario nel nostro tessuto sociale, senza eccezioni. I computer e i videogiochi sono stati riconosciuti già da anni come un medium culturale, e questa decisione rafforza ulteriormente questo ruolo anche nel campo dell’utilizzo di simboli incostituzionali. Noi operatori dell’industria del videogioco siamo preoccupati dalle tendenze che vediamo verso il razzismo, l’antisemitismo e la discriminazione. Siamo fortemente impegnati per la creazione di una società aperta, inclusiva e coerente con i valori indicati dalla costituzione tedesca, e alle responsabilità storiche della Germania.