Solo qualche giorno fa vi avevamo annunciato la scelta dell’Iran di voler abolire l’importazione dei prodotti di merchandising appartenenti al marchio The Simpsons, una decisione che non è stata apprezzata da moltissimi Paesi, Stati Uniti in primis, che non hanno condiviso la scelta dell’Iran criticandone l’atteggiamento di censura e chiusura verso le importazioni di prodotti accettati in tutto il mondo.
A far sentire la propria voce è stato anche il producer della serie animata, Al Jean, che ha commentato la comunicazione ufficiale di Mohammad Hossein Farjoo con un apocalittico: “This means war!” (cioé, “Questo vuol dire guerra!”).
Le associazioni iraniane responsabili della decisione hanno fatto sapere di non voler cambiare la propria posizione a riguardo delle importazioni di questi prodotti: una scelta intrapresa a causa dell’immoralità dei protagonisti del cartone animato. Dopo aver bannato la Barbie (e ogni bambola, o bambolotto, i cui genitali fossero visibili) ora lo stop riguarda anche i protagonisti del cartone The Simpsons, troppo vicini ai vizi occidentali per poter essere venduti anche in Iran. Via libera invece ai supereroi come Batman e Superman (tramite comunicato ufficiale è stato scritto che “le loro immagini e i loro gesti sono esempi da seguire o ispirano i bambini alla lealtà e al coraggio”).
Ma siamo sicuri che queste scelte non nuoceranno al commercio dei prodotti infantili? Solo lo scorso anno l’Iran ha importato giocattoli per un valore di 57 milioni di dollari, una cifra cospicua che ha però registrato lo stop e il conseguente nuovo invio verso i Paesi di origine di moltissima merce dal valore di ben 20 milioni di dollari. Appassionati di giocattoli, soprattutto di quelli di proveninenza occidentale, i bambini iraniani (se ne contano oltre 75 milioni con un’età inferiore ai 15 anni) che d’ora in poi dovranno accontentarsi di giocattoli selezionati accuratamente dalle associazioni dedicate alla formazione dei bambini.
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